Vetrina Coreografica – Danziamo Insieme – 22 Maggio 2022

Direzione artistica: PAOLA FAZIOLI
Consulente artistica: PATRIZIA MASCARI

RAME DANCEPHYLUM

KINESIS CDC 2

PER ARTEM

Rame Dancephylum
“I was born Flower”
Concept e coreografia: Francesco Mangiapane
Danzano: Ylenia Ambrosino e Arianna Terreno
La genetica della gentilezza prende le forme di un fiore, un racconto danzato ispirato da una poesia dell’autore virtuale Muto Poesis.
I was born Flower si esprime intrecciando malinconia ed ingenuità, mistero ed irrequietezza, i pochi che sentono il peso della gentilezza, divina e caduta, si alternano tra le forme della sopravvivenza e quelle della verità di esistere.
Essere fedeli alla propria natura è un sacrificio, altre volte il peso leggero dell’essere.
SITO www.ramedance.it
MAIL info@ramedance.it
SOCIAL RAMEDANCE


Kinesis CDC 2
“A Place Between”
Concept e coreografia: Angelo Egarese
Danzano: Rebecca Carnicelli, Virginia Di Sabato, Camilla Esposito, Benedetta Freschi, Lisa Macelloni, Gaia Vannucci
Abstract
L’essere umano è dotato di un meccanismo mentale infinito e complesso. Nel momento in cui si ferma, mentre il mondo continua a girare freneticamente, si ritrova in un vortice di pensieri e supposizioni che fanno cadere certezze costruite sulle basi di modelli imposti dalla società.
Un lavoro creato per parlare proprio della società in cui viviamo e degli stereotipi che ci trasmette ogni giorno.

Per Artem
“Act up”
Coreografie di Valentina Rossi Sara Ladu e Giulia Lapini regia di Isabella Quai
Il progetto trae ispirazione dalla vita dell’artista americano Keith Haring, le cui opere a 31 anni dalla sua scomparsa continuano a parlare alle nuove generazioni con un’attualità sconcertante.
Artista emblematico della fine del XX secolo, nato in Pennsylvania si trasferisce a New York dove inizia ad affermarsi come artista elaborando i suoi inconfondibili segni grafici, per poi partecipare in Italia alla sua prima performance di bodypainting. Inoltre, diviene famoso a livello globale realizzando murales in molte città del mondo. La sua breve ma intensa attività artistica si concentra tutta nel decennio 1980-1990, anno in cui morirà di AIDS.
Le opere di Haring lanciano un forte messaggio visivo che si trasmette attraverso le linee fumettistiche e i colori sgargianti; un gioco di incastri di corpi e colori, da cui affiora una costante e pungente ironia su temi tutt’ora attuali come violenza, isolamento sociale, incomunicabilità e discriminazione.
Il nostro lavoro in particolare, nasce dalle suggestioni scaturite da alcune opere, prima fra tutte Ignorance = Fear del 1989.
La performance si sviluppa su un filo drammaturgico seguendo le vicende di quattro personaggi che si trovano ad affrontare un’ esasperata e frenetica routine lavorativa all’interno di un ufficio. I già precari equilibri e i maldestri tentativi di stabilire una comunicazione tra colleghi, saranno definitivamente stravolti quando uno di loro farà una scoperta che gli cambierà la vita. L’isolamento di quest’ultimo da parte del gruppo, li porterà a una progressiva perdita di uno dei cinque sensi e ad una irreversibile incomunicabilità reciproca.
Ognuno di loro si scoprirà “marchiato”, un marchio indice di solitudine e alienazione, originato da quell’ ignoranza da cui scaturiscono le paure più profonde dell’uomo.
Ciò che nella vita reale risulta impossibile, si realizza in scena grazie all’azione catartica delle opere di Haring: un ricongiungimento, una presa di coscienza che permette di ritrovare il proprio posto e la propria identità all’interno
del gruppo.
Il mondo di Haring fatto di colori sgargianti e forme stilizzate, ci proietta in una dimensione surreale, ludica, affine al linguaggio fumettistico, dove anche le tematiche più complesse della nostra società possono essere trattate in modo diretto e accessibile anche all’occhio più ingenuo.
La performance si sviluppa così, grazie alla versatilità degli interpreti, tre danzatrici e un’ attrice performer, tramite l’intreccio di vari linguaggi artistici, dove parola e movimento sono i protagonisti.
Il processo creativo prevede un lavoro di ricerca sulle opere e sulla filosofia dell’autore, ma anche sullo stile di vita degli anni ‘80, a partire dai suoni e dai rumori tipici del periodo, il tutto sublimato nella narrazione secondo la sensibilità di ogni singola interprete.
Quattro performer per quattro colori, gli inconfondibili colori pastello delle opere di Haring, che prenderanno vita da una sorta di tavolozza vivente.
https://www.instagram.com/perart.em/